E’ difficile scegliere la più esilarante tra le dichiarazioni pronunciate all’indomani degli incontri svoltisi a Palermo per illustrare l’accordo raggiunto che, a sentire i protagonisti, dovrebbe evitare il dissesto delle ex Province Regionali e dei Liberi Consorzi siciliani. E’ comprensibile che ognuno difenda la posizione sposata e proponga la soluzione che ritiene essere l’unica possibile, ma questo non può significare perdere la misura delle cose al punto da nominare il proprio contrario.
Per il sottosegretario all’economia Alessio Villarosa la Regione Siciliana chiedeva giustamente quasi 300 milioni di euro, ma al momento, rilasciare questa cifra non risulta possibile. Ma se non è possibile, si potrebbe aggiungere, allora quella richiesta non era giusta. Certo, sono lontani i tempi in cui lo stesso Villarosa lamentava il mancato riconoscimento di 30 miliardi di euro nel contenzioso tra Stato e Regione Siciliana. Tra 30 miliardi e 300 milioni, per ripetere il modo di articolare il suo intervento di allora, c’è una bella differenza.
Singolare, poi, la struttura dell’emendamento. 140 milioni del Fondo Sviluppo e Coesione vengono stornati dagli investimenti al risanamento della Finanza pubblica. Di questi 140 milioni, 100 andranno a Città Metropolitane e Liberi Consorzi per chiudere il rendiconto 2018 e approntare il previsionale 2019 (solo per un anno e non tre come dovrebbe essere di norma, permettendo in tal modo di liberare risorse per investimenti). Quando la Giunta Accorinti esitò ?il previsionale 2015 nel maggio 2016 pensavamo di averle viste tutte. E invece no. Ci voleva l’emendamento di Villarosa per dirci che i previsionali non hanno bisogno di essere approvati. Bastano i rendiconti. Chissà, poi, se una cosa del genere non verrà impugnata.?
Per il Governatore Nello Musumeci e per l’assessore Armao questo è l’unico accordo possibile, ma non ci spiegano perché. Noi dovremmo, insomma, credergli con un atto di fede. Per fortuna ci dà informazioni l’assessore Bernadette Grasso; queste le sue parole: «relativamente all’utilizzo dei fondi FSC […] il Governo ha chiarito che lo Stato non è in grado di tramutare questi fondi in spesa corrente perché non possiede la liquidità necessaria». Ma come, non sono prelevati dai fondi FSC quelli previsti nell’emendamento? E se, come da più parti fatto rilevare, quei fondi sono della Sicilia, perché 140 e non 350 o più? Fermo restando che i bilanci non andrebbero risanati con fondi destinati agli investimenti.
Bernadette Grasso quelle parole le ha pronunciate nel corso dell’incontro con Cgil-Cisl-Uil. E lì non puoi dire una cosa per un’altra. Lì il rigore è di casa. Tanto che i sindacalisti dichiarano: «L’arrivo di nuove risorse economiche e la possibilità di approvare i bilanci consentirà alle Province di resistere ancora». Certo, sono in una botte di ferro i lavoratori. E, d’altronde, quando c’è da alzare la voce, si sa, i sindacati non esitano a farlo.
Lo stesso Orlando, presidente di Anci Sicilia, al termine dell’incontro con Musumeci manifestava soddisfazione per i risultati raggiunti. Certo, la Regione Siciliana aveva chiesto 340 milioni e ne erano stati concessi 115, ma meglio che niente. Il suo vice Amenta, poi, lamentava come sino ad oggi si è affrontato solo il problema finanziario e non si sia proceduto al trasferimento di competenze e personale alleggerendo il peso sulle ex Province. Come non ricordargli che Regione e Comuni, enti cui verrebbero trasferiti competenze e personale, sono a loro volta in condizioni disastrate e, quindi, anche lì ci sarebbe il problema delle provviste finanziarie.
Ma poi, che importa se il giorno prima l’Assemblea Regionale Siciliana aveva approvato un Ordine del Giorno che chiedeva 350 milioni di euro da prelevare dai Fondi FSC. «Non sono disponibili? Fa niente. In fondo era solo un Ordine del Giorno». Anche De Luca: interrompere uno sciopero della fame per un Ordine del Giorno. Eppure dovrebbe saperlo bene, vista la sua lunga esperienza nelle assemblee elettive, che un provvedimento di quel tipo non si nega a nessuno. Un po’ di tattica, cavolo!
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