La Biblioteca regionale Universitaria “G. Longo” di Messina nasce dalla fusione della originaria biblioteca pubblica fondata dal giurista messinese e della biblioteca dei Gesuiti avvenuta in seguito alla cacciata di questi ultimi dalla Sicilia. Nel 1838 la biblioteca pubblica, che aveva preso il nome di Biblioteca Universitaria in quanto allocata nelle aule del Collegio Primario, perde la propria autonomia e passa sotto l’amministrazione dell’Università degli studi di Messina. Successivamente, in seguito alle leggi eversive, la Biblioteca acquisirà il patrimonio librario delle corporazioni religiose soppresse. Infine, in seguito al DPR 635/1975 che norma l’attuazione dello Statuto della Regione Siciliana in materia di accademie e biblioteche la Biblioteca “G. Longo” è passata alle dipendenze della Regione Siciliana.
Fin qui la storia della Biblioteca Regionale Universitaria “G. Longo”. Negli ultimi anni una serie di protocolli siglati dall’Università di Messina, dalla Soprintendenza e in una occasione anche dalla direzione della Biblioteca regionale hanno dato corpo alla rivendicazione annosa da parte dell’Università di riappropriarsi dello stabile che ospitava il patrimonio librario regionale. In un primo momento sembrava che gli oltre 400.000 volumi della Biblioteca Regionale e quelli di alcune biblioteche universitarie dovessero fondersi e con essi anche le dotazioni di personale. Si trattava, ovviamente, di una prospettiva poco credibile, viste le “missioni” diverse delle due istituzioni e le diverse forme contrattuali dei lavoratori assegnati. D’altronde, i locali messi a disposizione dall’Università poco si adattavano a questa prospettiva. In questa ottica, ad ogni modo, la Regione aveva messo a disposizione un proprio finanziamento.
Sfumata la prospettiva della fusione, però, è rimasta in piedi quella parte di percorso che prevede l’assegnazione dello stabile all’Università e il mantenimento del finanziamento regionale per la ristrutturazione dello stabile. Il risultato è che alla Biblioteca regionale Universitaria “G. Longo” è stata sottratta la sede storica, che un finanziamento regionale rimarrà per finalità che nulla hanno a che fare con il patrimonio librario regionale e che la città ha perso una biblioteca poiché i locali oggi ristrutturati non sembrano avere le caratteristiche per ospitarne una. Intanto la Biblioteca Regionale Universitaria “G. Longo” continua a patire la distribuzione dei servizi e del patrimonio librario su tre sedi con enorme esborso di denaro pubblico. I lettori, ovviamente, ne pagano le conseguenze e solo la generosità del personale della Biblioteca ha consentito negli ultimi decenni di continuare a fornire servizi sufficienti.
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