Le tabelle relative al soddisfacimento degli obiettivi posti per il 2019 nel nuovo Piano di Riequilibrio da Cateno De Luca sono presentate nel Resoconto di un anno di sindacatura con toni addirittura trionfalistici. Da una prima tabella “si evince che le previsioni 2019 del PRFP sono state al 100% rispettate con i relativi appostamenti nel bilancio di previsione 2019-2021”. Ma è lo stesso De Luca a precisare qualche pagina dopo che “un bilancio di previsione traduce in numeri gli annunci ed i buoni propositi politici calibrati alle effettive condizioni economiche ed organizzative dell’Ente, mentre un rendiconto assevera la quantità e qualità delle azioni amministrative che si sono tradotte dagli annunci (previsione) in fatti (rendiconto)”. La verifica della buona riuscita degli obiettivi si ricava, dunque, dal rendiconto e non dal bilancio di previsione.
Ora, il punto è capire se il nuovo Piano funziona davvero e se, soprattutto, questo può avvenire soltanto in seguito ad una compressione delle condizioni di vita degli abitanti di Messina. Insomma, se insegni al cavallo a non bere e il cavallo poi ti muore. Uno degli elementi fondamentali del ragionamento di De Luca è il recupero dell’evasione tributaria (chi non paga acqua, imu, tari). La difficoltà di questo tipo di operazione è dimostrata dai fatti. Già il Piano precedente ci aveva provato. Nei primi 5 anni era previsto un rientro di 10 milioni di euro dall’incremento degli introiti dei tributi e, in realtà, a tenere buone le tabelle presentate dall’attuale sindaco, il rientro è stato di 4 milioni. E bisogna dire che tra le misure da questo proposte è proprio questa ad essere risultata la meno efficace (un milione e 364 mila euro in sei mesi sui 3 milioni e mezzo previsti in un anno, il 39% piuttosto che il 50%). Da segnalare, poi, che si tratta di accertamenti e non da riscossioni. A consuntivo il dato dovrà essere confermato.
Anche altre misure sono da portare a verifica a consuntivo. Sulla riduzione dei costi dei fitti passivi e sulle minori spese per mutui “in continuità con il risparmio storico, si ritiene di poter affermare che la misura è stata confermata”. In realtà, però, il risultato inserito in tabella è sovradimensionato rispetto ai 5 anni precedenti. Sulla riduzione dei costi della politica “in aderenza alla normativa vigente si ritiene di poter affermare che la misura è stata confermata”. Sulla riorganizzazione/razionalizzazione degli impianti sportivi viene tutto rinviato a dicembre. Sulla riorganizzazione/razionalizzazione dei servizi municipali il risultato è stato al momento del 25% invece che del 50%. Il risparmio energetico e quello sul personale mantengono, invece, le previsioni o le migliorano.
Un ragionamento a parte va fatto sulla riorganizzazione/razionalizzazione dei servizi sociali il risultato inserito in tabella è nettamente superiore al previsto (il 68% contro il 50%, 4 milioni e 765 mila euro a fronte dei previsti 7 milioni in un anno). E’ la misura sulla quale De Luca punta di più e la trasformazione della gestione dei servizi sociali è uno dei simboli della nuova amministrazione. A ben vedere, però, è la stessa tabella riassuntiva a specificare che le risorse tolte dal bilancio ai servizi sociali dovranno essere integrate dalle entrate extra-bilancio. L’iter per ottenerle è in corso e, dunque, bisognerà aspettare la fine dell’anno per capire se effettivamente questo tipo di operazione sarà andata a buon fine. Insomma, sarà il rendiconto 2019 a dirci davvero come saranno andate le cose. Su tutto ciò pende la scommessa delle transazioni. Riuscirà De Luca a ottenere dai creditori che detengono il 70% del credito transazioni al 50%? Se sì, l’operazione finanziaria sarà di molto avvantaggiata. Bisognerà, poi, capire se sulle responsabilità politico-amministrative nella formazione del debito si riuscirà ad andare avanti.
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